(a cura di Isacco Occhiali)
Yoga di per sé è una parola che ha il duplice significato di “unione” e “disciplina” e sottintende un
percorso di trasformazione umano la cui direzione è lo sviluppo della coscienza. Scomponendo la
parola Mantra invece ritroviamo la radice verbale “Man” riferita ai verbi “pensare, comprendere,
immaginare” e il suffisso “tra” inerente al significato di “strumento” o “liberazione”. Lo
spostamento d’accento sull’aspetto mentale della pratica è così rivelato: agire sulla coscienza per
agevolare o operare una profonda trasformazione interiore.
Il Mantra Yoga interessa la coscienza partendo dalla voce e dalle espressioni del pensiero. La
discorsività verbale viene considerata attraverso la recitazione di frasi di senso compiuto in lingua
sanscrita (i mantra appunto) oppure per mezzo dei bija mantra ovvero sillabe senza significato
apparente.
La triade pensiero, parola, suono diventa il punto di partenza del viaggio interiori verso la
rivelazione dei mantra che trova il suo culmine nella trascendenza del significato referenziale tra le
parole per incontrare la semplice esperienza sonora. Il cimento nella pratica apre le porte alla
conoscenza della funzione della mente stessa in relazione al corpo e al respiro e agli aspetti
energetici ad essa collegati.
In particolare nel percorso tantrico dello Yoga il Mantra è legato alla scoperta e al vissuto del corpo
sottile (nadi e chakra) ed è in questo ambito che il suono può condurre il praticante verso il nonsuono
della esperienza diretta; si giunge così dal “grossolano” dell’emissione sonora alla silenziosa
e “sottile” testimonianza del proprio essersi.
Come si pratica?
Solitamente si inizia con degli Asana preparatori del corpo o alla posizione seduta (nel caso si può
usare una sedia). Si introduce il mantra spiegando il contenuto e il modo di recitarlo. Si pratica con
una recitazione ripetuta del mantra, modulando via via il volume, l’intensità della voce. A volte si
assumeranno mudra collegati ai mantra.
Perché praticare?
• Preparare la mente alla pratica Yoga
• Sostenere la pratica di Yoga
• Favorire la calma mentale
• Condurre alla meditazione
Tracce sonore (incontro 12 ottobre 2018)
Tracce sonore (incontro 19 novembre 2018)
Isacco Occhiali
Ho iniziato a praticare Yoga dal 2002 nel centro Hiranya Garbha di Ferrara con Giorgio Riberto e
Gabriella Pasti. Ho avuto fortuna in quanto il centro si è rivelato un inaspettato luogo in cui si
insegnava Yoga tradizionale e si dava valore all’interiorità, un luogo nel quale potevo pormi delle
domande e cercare le risposte dentro di me, un posto entro il quale ci si poteva abbandonare,
passivamente per poter inseguire il famoso “ “yogaścittavṛttinirodhaḥ“” di Patanjali.
Queste prime profonde esperienze sono state la base di una ricerca interiore che mi ha portato a
conoscere nel 2005, le pratiche dei Şaţkarman e quelle di Haţha Yoga e Ashtanga Yoga con il
Maestro Jamuna Prasad Mishra. Nel 2007 sono entrato nella scuola di insegnamento quadriennale
I.S.Y.C.O. dove ho conosciuto persone, Maestri, che si prodigano con serietà e sincerità nel
trasferire le loro conoscenza e guidando gli allievi lungo il percorso. Alcuni di loro li seguo tutt’ora:
Antonio Nuzzo, allievo diretto sin dal 1970 di André e Denise Van Lysebeth, e Giulio Di Furia
allievo diretto di Gerard Blitz. Nel 2011 ho conseguito il diploma quadriennale di insegnante di
Haţha Yoga e dal 2016 inoltre sono allievo del Maestro Franco Bertossa dell’associazione Asia
Bologna per approfondire lo Yoga e la Meditazione.
Da quel 2002 è cresciuto un albero straordinario di interesse, passione, amicizie, un albero che ha
radici nella voglia di capirne di più sul mio sentire, i miei pensieri, la vita che scorre dentro e fuori
di me e il mondo in cui abito.
Dal 2011 insegno Yoga con l’intenzione di condividere l’ardore e gli insegnamenti che mi sono stati
impartiti, ringraziando di cuore le persone che la fortuna mi ha fatto incontrare lungo questo
affascinante cammino.